Presente in 59 paesi, con una storia di 80 anni alle spalle e con un volume d’affari annuo che supera il miliardo di Euro, Hörmann è riconosciuto come leader di settore a livello internazionale (e non solo in termini di numeri). Con Christoph Hörmann, Presidente del Gruppo noto in tutto il mondo, parliamo degli asset alle fondamenta del successo dell’azienda nonché dei driver di sviluppo.
Nell’ascesa dell’azienda, punto di forza nevralgico sono stati indubbiamente l’assetto di chiara impronta imprenditoriale nonché il management quale espressione diretta della proprietà. Alla luce della complessità competitiva dell’attuale mercato mondiale, questo assetto resta ancora oggi l’arma vincente del Gruppo Hörmann?
Indubbiamente sì: in quanto azienda a conduzione famigliare, non dipendiamo dalle decisioni di terzi, siano essi azionisti o banche. Questa è dunque la nostra arma vincente, ciò che ci consente di essere veloci e flessibili. Altri importanti asset del nostro successo sono inoltre la specializzazione – il gruppo Hörmann ha infatti al suo attivo numerosi stabilimenti produttivi, ognuno miratamente dedicato ad una particolare categoria di prodotto – e la vicinanza: a differenza di molti competitors, noi disponiamo infatti di uffici commerciali e centri di distribuzione locali non solo in Germania, bensì in quasi tutti i Paesi Europei. Il Gruppo Hörmann è rappresentato da proprie società di vendita e concessionari dell’azienda in Europa, Asia, Nord America e Sud America. In quasi tutti questi Paesi, lavoriamo con le persone del posto. Per noi è una strategia di successo l’essere vicini al mercato.
In un contesto estremamente complesso in termini di globalizzazione, quali sono i drivers dello sviluppo dell’azienda a livello mondiale
Driver fondamentali sono di sicuro le innovazioni di prodotto, gli investimenti costanti in termini di tecnologie produttive, nonché l’elevata qualità come caratteristica imprescindibile di ogni nostro proposta.
Quali saranno a suo avviso in futuro i Paesi con le maggior potenzialità e per quali ragioni?
L’intera Europa rappresenta per noi un mercato significativo, anche se, sfortunatamente, in questi anni non in crescita. Riteniamo abbia poi un ottimo potenziale l’Asia: lo scorso anno abbiamo allargato il nostro dipartimento in India e abbiamo aperto alcuni centri di distribuzione, per esempio nella Corea del Sud e in Vietnam. Per quanto riguarda il Nord America invece, si tratta di un mercato complesso, in quanto presidiato ormai da tempo da grandi player già molto affermati; nonostante ciò, grazie all’assetto che ci siamo creati, con stabilimenti produttivi e uffici commerciali, consideriamo che il Nord America sia un’area in cui nei prossimi anni potremmo essere protagonisti di una significativa espansione. Per fortuna, il mercato ha già toccato il fondo e adesso sta iniziando nuovamente a crescere.
Nello scenario globale Hörmann, quale ruolo gioca l’Italia?
L’Italia è un Paese nonché un’area strategica per il Gruppo Hörmann. A causa della crisi, ha attraversato momenti di difficoltà ma siamo convinti che ora si siano create le condizioni per rafforzare nuovamente la nostra pozione. Quest’anno celebriamo il 25° anniversario di Hörmann Italia: sono stati 25 anni sotto un buon segno, contraddistinti, come tutte le storie, da successi e difficoltà, ma in cui, grazie a un team qualificato – non solo di addetti diretti ma anche di agenti e concessionari – siamo riusciti a divenire uno dei leader di settore.
Con l’evento “25 anni sotto un buon segno”, Hörmann Italia ha festeggiato il suo primo quarto di secolo. Filiale dell’omonimo Gruppo, noto a livello mondiale, l’azienda è ad oggi un punto di riferimento per l’intero mercato italiano nel settore delle chiusure civili e industriali e conta 50 addetti diretti, nonché una rete capillare di oltre 500 qualificati concessionari di zona e 90 agenti commerciali uniformemente distribuiti su tutta la penisola.
Organizzato per condividere valori, esperienze e passioni dell’entusiasmante storia di Hörmann Italia proprio con i numerosi partner e collaboratori, l’evento si è svolto lo scorso 18 marzo, all’interno della Sala Fiera Milano Lounge, nel prestigioso contesto della manifestazione MADE EXPO.
Davanti a una platea gremita, è stato l’Amministratore Delegato Stefano Tuccio a dare il benvenuto a tutti gli invitati. L’AD ha aperto l’evento riflettendo sui valori alla base della filosofia aziendale: “Le persone, le partnership, l’innovazione e la responsabilità, verso gli uomini e verso l’ambiente – ha dichiarato Stefano Tuccio – sono le fondamenta su cui è stato costruito un brand che è stato sino ad oggi portato avanti da quattro generazioni.”
A prendere la parola è stato subito dopo Christoph Hörmann, Presidente del Gruppo Hörmann che, dopo aver ringraziato l’intero team della filiale italiana nonché tutta la forza vendita per i 25 anni di successi riscossi, ha trattato il tema degli sviluppi internazionali dell’azienda e del rafforzamento della leadership mondiale. “Gli asset su cui puntiamo – ha affermato Christoph Hörmann – sono le economie di scala, la specializzazione, il deciso sostegno alla distribuzione commerciale e in particolare gli investimenti in evoluzione tecnologica non solo dei nostri prodotti ma anche dei nostri stabilimenti produttivi. Da sempre infatti, gli utili del Gruppo vengono reinvestiti per l’apertura di nuovi stabilimenti o per l’ampliamento e lo sviluppo di siti già esistenti. Negli ultimi anni, abbiamo destinato 220 milioni di euro per il potenziamento dei tre stabilimenti di Ichtershausen, Brockhagen e Alkmaar. Solo investendo potremo avere successo.”
E’ stata poi la volta di Edoardo Rispoli, Direttore Commerciale nonché cofondatore dell’importante azienda, che ha ripercorso le fasi salienti della storia della Hörmann in Italia.
“Chi venisse a contatto con la nostra realtà per la prima volta oggi, non penserebbe mai che, l’inizio di tutto, 25 anni fa, è stato nel soggiorno di un appartamento – ha esordito Edoardo Rispoli. Da un’abitazione a Levico, dalla quale ricevemmo i primi ordini e compilammo a mano le prime fatture, ha avuto il via per Hörmann Italia una storia di successi ottenuti grazie a un lavoro duro, intenso, mai pago, ma anche elargitore delle più grandi soddisfazioni. In questo lungo percorso, abbiamo movimentato 550 milioni di Euro, abbiamo servito oltre 42.000 clienti, e abbiamo gestito 12.000 TIR di merce in arrivo dagli stabilimenti produttivi. Nel 1990, volevamo realizzare qualcosa che durasse e così è stato. Dobbiamo dunque essere orgogliosi di questi 25 anni ma ancor più felici di continuare a costruire insieme il nostro futuro”.
A seguito dell’intervento del Direttore Tecnico Hörmann Raimondo Frau, inerente lo sviluppo delle normative dal 1990 ad oggi, ha preso poi la parola Fabrizio Romanella, agente Hörmann per le Marche sin dagli esordi della filiale italiana, che ha raccontato di essere riuscito negli anni a conquistarsi una reputazione di elevato livello come riferimento qualificato nella sua zona e di aver costruito, grazie a ciò, il futuro della sua impresa che sarà portata avanti dalle nuove generazioni della famiglia Romanella. La testimonianza di Sergio Molteni invece, Responsabile vendite della storica Concessionaria Hörmann MPM Elettrotecnica, ha proposto il tema della qualità, da intendersi non come valore assoluto, bensì come un qualcosa che cambia a seconda della percezione che riusciamo a darle, grazie ad ascolto, competenza e passione.
E’ salito poi sul palco Federico Della Puppa, economista territoriale dello IUAV di Venezia. “Non dobbiamo aspettarci una ripresa – ha asserito il Professore. Quel che è certo è che sta avvenendo un cambiamento epocale che è necessario affrontare con un diverso approccio: “imparando a disimparare”; iniziando ad analizzare a fondo le situazioni nonché a porsi le giuste domande per catturare i nuovi bisogni inespressi e proporre le giuste soluzioni; innovando ma in modo consapevole, cioè qualificandosi e utilizzando i giusti strumenti; divenendo flessibili, resilienti, in grado di adattarci ai più nuovi e diversi assetti.”
Ha concluso infine l’incontro uno dei nomi più famosi della pallacanestro italiana: il coach Dan Peterson che ha affermato: “Per avere successo occorrono spirito di sacrificio - la disponibilità a mettersi in gioco per obiettivi condivisi - senso di appartenenza - l’orgoglio e la consapevolezza di essere parte di un team vincente - e spirito di squadra”.
L’incontro è proseguito poi con una cena di gala svoltasi direttamente allo stand Hörmann tra brindisi, sketch col comico Lucio Gardin, musica nonché consegna di targhe di riconoscimento e attestati di partecipazione.
La città di Bologna è situata in una posizione strategica rispetto ai flussi che attraversano il paese, diretti verso il resto d'Europa. Il suo Interporto è situato a Bentivoglio, a nord rispetto al centro urbano: si tratta di una piattaforma logistica e intermodale fra le più grandi del continente, all'interno della quale è stato recentemente attivato il nuovo Edificio 9.6, fra i più innovativi nel settore.
L'ing. Daniele Valorosi, Responsabile della progettazione per Engineering 2K S.p.A., con sede a Castel San Giovanni (Piacenza), afferma al riguardo: “La società di ingegneria è specializzata nella realizzazione di strutture per la logistica e appartiene allo stesso gruppo del developer immobiliare Vailog, che ci ha conferito l'incarico di general contractor. È il settimo edificio che abbiamo completato all'Interporto di Bologna dal 2003: in questo caso l'utilizzatore è One Express, un'importante società di trasporti che già opera nel polo logistico felsineo e che aveva la necessità di potenziare la propria attività.”
Quali sono le principali caratteristiche dell'edificio?
“Si tratta di un deposito corrieristico di circa 14.000 metri quadrati, prevalentemente destinati all'attività di magazzino, più un'area per uffici amministrativi e direzionali. Rispetto ad altre realizzazioni, abbiamo optato per alcune soluzioni tecniche che distinguono il nuovo fabbricato, fra cui la copertura con strutture in legno lamellare, il manto impermeabile in aluzinc e il rivestimento delle facciate in pannelli sandwich. In questo modo le strutture risultano più leggere rispetto ai sistemi in calcestruzzo armato, perciò compatibili con i requisiti di sicurezza antisismica, mentre l'involucro presenta elevate prestazioni termoisolanti e garantisce perciò un migliore comfort termico agli addetti.”
Le lunghe facciate sono scandite da oltre un centinaio di aperture...
“È una peculiarità degli edifici destinati alla logistica per i corrieri, che richiedono un elevato numero di punti di carico - le interfacce fra il magazzino e i veicoli - attrezzati per effettuare tutte le operazioni con rapidità e in piena sicurezza. Di conseguenza i portali e i portoni rappresentano, anche dal punto di vista architettonico, l'elemento più delicato da trattare. In questo caso abbiamo deciso di installare portoni sezionali caratterizzati da ampie superfici trasparenti che, oltre a risultare più gradevoli alla vista, permettono alla luce naturale di entrare dentro il magazzino migliorando la qualità ambientale dello spazio di lavoro.”
Come avete selezionato il prodotto più adatto?
“Data la dimensione della fornitura, abbiamo effettuato una gara d'appalto ponendo una serie di precisi requisiti tecnici. Oltre agli aspetti economici, in fase di selezione abbiamo tenuto in considerazione anche le indicazioni dell'utilizzatore, che ci chiedeva prodotti di elevata qualità complessiva, funzionali e affidabili. La scelta del sistema proposto da Hörmann non ha solo incontrato il favore di One Express: si tratta di un'azienda leader nel settore a livello mondiale, della quale conosciamo bene la qualità dei prodotti e l'efficienza del servizio di installazione e manutenzione. Al di là delle sezioni trasparenti – particolarmente apprezzate dalle autorità e dagli ospiti intervenuti durante l'inaugurazione – rispetto a una realizzazione standard abbiamo solo chiesto che tutti i punti di carico fossero dotati di motorizzazione elettrica.”
Avete avuto qualche riscontro dall'utilizzatore?
“L'edificio è entrato in attività nel dicembre scorso ma abbiamo già avuto feedback molto positivo dall'utilizzatore, sia per l'efficienza dei sistemi Hörmann installati, sia per la qualità complessiva dell'edificio che spicca all'interno dell'Interporto.”
Presso l'Edificio 9.6 all'Interporto di Bologna sono stati installati complessivamente 118 punti di carico composti da:
- pedane di carico modello HLS con cassero metallico di fondazione;
- portali isotermici modello DLS basic;
- portoni sezionali APU con applicazione VU ad albero ribassato.
Le pedane di carico con spondina ribaltabile HLS (lunghezza 405 mm) sono disponibili a richiesta per carichi utili fino a 180 kN. Il sistema elettroidraulico colloca la piattaforma nella posizione più alta, estraendo automaticamente la spondina ribaltabile, poi la piattaforma si abbassa finché la spondina si appoggia sul pianale di carico, facilitando le operazioni di trasbordo merci.
I portali isotermici DSL (altezze standard: 3.500/3.750 mm; versione carrabile 4.500 mm) sono dotati di braccio oscillante. Idonei per frequenze di trasbordo merci normali, sono formati da teli laterali e superiori composti da un doppio strato di tessuto di supporto che assicura la migliore tenuta all'aria, a tutela dei consumi energetici, e garantisce ottime prestazioni in caso di collisione.
I portoni sezionali APU si distinguono per la combinazione fra un robusto zoccolo in acciaio, con strato interno termoisolante, e le ampie superfici trasparenti, ora disponibili anche in versione a taglio termico (modello APU 67 Thermo) per ottimizzare le prestazioni energetiche e ridurre i consumi. In quest'ultimo caso, la trasmittanza termica (U-value) di un portone 5.000 per 5.000 mm è di 1,5 W/m2K. Tutti i punti di carico sono dotati di motorizzazioni WA300 S4.
L'intera fornitura è stata effettuata da Hörmann Italia tramite l'agenzia di Piacenza (agente Giovanni Ferrari).
SCHEDA
Committente Engineering 2K S.p.A
Produttore Hörmann
Pedane di carico HLS
Portali isotermici DLS basic
Portoni sezionali APU
Agente Giovanni Ferrari
In poco più di 20 anni, FAKRO si è trasformata da piccola azienda familiare polacca in Gruppo di fama internazionale, ad oggi secondo player a livello globale nel mercato delle finestre da tetto, con 3.300 addetti, 12 stabilimenti produttivi, 15 società di distribuzione e oltre 100 brevetti.
Come sia possibile tagliare così velocemente un simile traguardo, lo chiediamo oggi a Mr. Ryszard Florek, fondatore e attuale Presidente del Gruppo FAKRO, cercando di comprendere più approfonditamente la storia personale nonché l’ambiziosa visione di un uomo che, a partire da un paese contraddistinto da vicissitudini storiche ed economiche meno favorevoli rispetto ad altri, è riuscito a costruire un’azienda di grande successo.
Qual’ era l’attività della sua famiglia di provenienza?
Sono nato in una famiglia di artigiani. Mio padre era carpentiere e imprenditore. I miei genitori mi hanno insegnato che, nella vita, per avere successo, bisogna lavorare sodo. Quindi, si potrebbe dire che ho iniziato a prendere lezioni di imprenditorialità già nella prima infanzia.
Qual è stato il suo percorso formativo, scolastico e lavorativo?
Dopo essermi diplomato alla scuola superiore nel 1972, sono andato a Cracovia. Ho studiato alla Cracow University of Technology, presso la facoltà di Ingegneria civile e delle costruzioni. Gli studi universitari mi hanno fornito una conoscenza ingegneristica e una visione più ampia del mondo.
Da bambino aveva sogni o aspirazioni particolari?
L’idea della finestra da tetto mi è venuta per la prima volta nell’attico di casa mia, proprio quando ero piccolo. Semplicemente accadeva che, se arrivavano ospiti, noi bambini venivamo mandati a dormire nell’attico per lasciar posto a loro. Lì, la luce filtrava semplicemente da una tegola in vetro ed è stato così che ho pensato che una finestra potesse essere incorporata nel tetto. Questa idea, a quel tempo, sembrava stravagante e irrealizzabile, perciò nessuno nella mia famiglia la prese seriamente in considerazione. Oggi però, a distanza di anni, FAKRO è il produttore di finestre da tetto in più rapida crescita al mondo. Come potete vedere, vale davvero la pena avere un sogno…
Vi sono aneddoti o vicende significative del suo percorso umano e professionale, prima della fondazione dell’azienda FAKRO?
Certamente il mio ingresso in AZS (Associazione Accademica per lo Sport). Ho sempre avuto una passione per lo sport: prendevo parte alle competizioni accademiche e partecipavo all’organizzazione degli eventi sportivi per gli studenti. Lo sport mi ha insegnato molto e mi ha aiutato a sviluppare importanti attitudini: competenze organizzative, cooperazione in team, assunzione di rischi, e, caratteristiche che si sono rivelate poi di particolare importanza proprio nel gestire il business, la perseveranza di fronte alle sconfitte nonché la capacità di trarre conclusioni e di agire sulla base di queste. Tutto ciò mi è tornato estremamente utile più tardi, nella mia vita: se non fosse stato per quell’attività e per lo sport in generale, oggi potrei non avere l’energia necessaria per lavorare 12 ore al giorno.
Ricorda difficoltà o vicissitudini particolari sotto il regime comunista?
E’ stato un periodo difficile per la Polonia; il regime comunista ha danneggiato molte persone. Io sono stato fortunato perché ho iniziato la mia attività nel periodo della conversione economica. Il 1988 viene ricordato come un anno di particolare importanza per lo sviluppo dell’imprenditoria in Polonia: il Parlamento guidato da Mieczyslaw Rakowski varò una legge riguardo l’attività economica che consentì lo sviluppo di imprese e aziende private con capitali stranieri.
Cosa l’ha spinta a fondare un’azienda?
Il tempo libero trascorso nell’attico privo di luce, con una sola piccola tegola di vetro, è stato il primo impulso ma è mentre studiavo all’Università di Cracovia che ho cominciato ad interessarmi in maniera sistematica all’industria delle finestre da tetto e ai suoi sviluppi. Ho intravisto grandi opportunità in Polonia per questo settore, in quanto nessuno fino ad allora aveva lì prodotto finestre da tetto. Nel 1976 così mi sono recato nella Germania Ovest per un tirocinio, e là ho avuto la certezza che la mia idea era sensata e lungimirante. Nel 1986 ho poi fondato la Building Joinery Company Florad che produceva rivestimenti a pannello, pavimentazioni, armadi a muro e portoni per edifici storici per rivenderli poi in Germania. Però non mi ero dimenticato delle finestre da tetto e nel 1991, insieme a mia moglie ed a Krzyszstof Kronenberger, fondammo FAKRO.
Il nome FAKRO ha un significato? Perché l’ha scelto per la sua azienda?
E’ il risultato della combinazione delle prime lettere del mio cognome e di quelli dei miei partner. Tra l’altro è stato divertente scoprire, 14 anni dopo la fondazione, che la parola “FAKRO” in cinese significa “un modo gioioso di arricchirsi”. L’ho saputo mentre avviavo la filiale cinese dell’azienda, dietro alla Grande Muraglia.
L’avviamento dell’azienda è stato complesso? Ricorda qualche episodio in particolare?
Come la maggior parte dei neo-imprenditori, anche noi ci trovammo ad affrontare problemi di carenza di capitali. La fiera delle costruzioni che si è tenuta a Poznań nel 1991, quindi proprio nelle fasi iniziali della storia dell’azienda, occupa un posto molto speciale tra i miei ricordi. Andammo a Poznań per presentare la prima serie di finestre da tetto. Poiché eravamo imprenditori alle prime armi, non potevamo permetterci di acquistare spazi tra i padiglioni della fiera e perciò optammo per una piccola area all’esterno della fiera. Avevamo costruito per l’occasione una casa modello, sulla quale era stata installata la nostra finestra da tetto. Lo stand FAKRO così architettato fu letteralmente assediato dai visitatori: tutti volevano comprare… la casa! Quella è stata la nostra prima attività di marketing.
Quand’è che ha iniziato a pensare in chiave imprenditoriale internazionale?
Nei primi anni abbiamo focalizzato le nostre attività sul mercato polacco. A quel tempo non disponevamo di una gamma di prodotti sufficientemente ampia per poter competere nei mercati esteri. Gradualmente poi, grazie alle attività promozionali portate avanti nelle varie fiere ed esposizioni permanenti in tutta la Polonia, le finestre FAKRO hanno iniziato a conquistarsi notorietà ed apprezzamenti, non solo “in casa” ma anche all’estero. I primi clienti stranieri arrivarono da noi di loro spontanea iniziativa, con il desiderio di avviare una collaborazione e lanciare la vendita delle nostre finestre nei loro paesi. La prima spedizione di finestre da tetto con il marchio FAKRO partì nel 1994, diretta nei Paesi Bassi e in Slovacchia. Siamo entrati dunque sul mercato globale dopo tre anni dalla fondazione dell’azienda. Decidemmo da subito di intraprendere la strada dell’internazionalizzazione nel migliore dei modi: il passaggio più importante fu l’ottenimento di importanti certificazioni riguardanti non solo i prodotti ma anche e soprattutto il processo di produzione. Inoltre abbiamo consentito da subito ai nostri clienti stranieri un accesso diretto ai nostri prodotti, attraverso la predisposizione di rivenditori/grossisti esteri.
Quando ha capito che l’azienda poteva avere un grande futuro?
Ho creduto nell’azienda e in questa idea fin dal principio. Rendere FAKRO una vera e propria azienda globale è ciò che considero il mio più grande successo. In soli 20 anni, una piccola azienda di Nowy Sącz si è sviluppata in un gruppo di livello internazionale, che occupa la posizione di secondo player mondiale nel mercato delle finestre da tetto e che è leader a livello internazionale nella produzione di scale retrattili. Per avere successo, devi crederci, lavorare sodo, avere delle conoscenze e anche un pizzico di fortuna.
Quali sono stati, a suo avviso, i fattori alle fondamenta di una crescita tanto rapida?
Le persone sono sicuramente il nostro asset fondamentale; il valore aggiunto sono le loro idee innovative, le elevate competenze e il loro grande impegno. Il nostro staff è composto da persone che hanno passione per il proprio mestiere, persone per le quali il lavoro è una sfida e non una necessità. Un altro importante fattore è il reinvestimento del 100% dei guadagni nell’ulteriore sviluppo dell’azienda, un principio che abbiamo adottato sin dall’inizio.
Quali sono i principi e i valori di fondo del suo percorso umano e della sua riuscita imprenditoriale?
Il lavorare sodo, la coerenza degli obiettivi, la capacità di affrontare le difficoltà e i rischi così diffusi nel business.
Com’è riuscito, in così pochi anni, a riunire un gruppo di manager estremamente validi, in grado di condurre l’azienda alla scoperta e alla conquista dei più diversi mercati nel mondo?
Inizialmente, quando ancora tutto era allo stadio embrionale, la maggior parte delle decisioni veniva assunta dall’alto. In seguito, poiché il business cresceva di dimensioni, scelsi accuratamente manager e direttori, cercando di trasmettere loro i valori e i principi in cui credevo. Fu a loro quindi che delegai la responsabilità. Ciononostante, alcune decisioni le assumiamo ancora oggi in team. La cosa più importante è a mio avviso la fiducia reciproca. So che l’azienda è gestita bene e che abbiamo professionisti eccellenti, che gestiscono team ben coordinati. Il successo dell’azienda può poi essere attribuito anche ai nostri partner e ai costruttori di tetti – che raccomandano i nostri prodotti e ci consigliano per l’affidabilità – o ancora ai nostri clienti.
FAKRO è un’azienda fortemente industrializzata e tecnologicamente evoluta, in cui però molta rilevanza viene ancora attribuita alle lavorazioni manuali. Perché ritiene così importante l’apporto umano? Che ricadute ha questa scelta, sotto l’aspetto sociale?
Cerchiamo di mantenere un giusto equilibrio, in quanto vogliamo un lavoro sostenibile. Usiamo tecnologie produttive estremamente evolute, ma gran parte del processo è ancora nelle mani delle persone. La completa automazione della produzione comporterebbe delle ridondanze. In un’economia che cambia, la conoscenza e le attitudini dei lavoratori assumono grande importanza, divenendo un importante fattore competitivo.
La nuova finestra calpestabile per tetti piatti DXW FAKRO è stata presentata in anteprima assoluta sul mercato italiano nel corso di MADE EXPO. A evidenziare le evolute prestazioni in termini di robustezza di questo nuovo serramento sono state le spettacolari performances dei due bikers Luca Monaci e Roberto Previtali che, in occasione della kermesse, si sono esibiti a turno allo stand FAKRO. Con il loro show di freestyle, gli atleti hanno dimostrato la resistenza d’eccezione della finestra, messa alla prova da accattivanti salti acrobatici eseguiti da un cubo di 150 cm di altezza.
Le performances, che hanno avuto luogo quattro o cinque volte al giorno, hanno riscosso grande successo, attirando ogni volta molteplici visitatori.
Azienda emersa grazie alla qualità e all’innovatività dei propri prodotti, FAKRO amplia oggi la propria gamma di finestre per tetti piatti presentando il serramento DXW.
Dotato di una robustezza straordinaria, in virtù della sua costruzione rinforzata, nonché di rivestimento antiscivolo e di vetro esterno laminato, il modello DXW è la soluzione ideale per tetti piatti che vengano utilizzati anche come terrazze: su questa finestra, progettata miratamente per tali casistiche, è infatti possibile camminare liberamente e in totale sicurezza.
Mirabile connubio di appeal accattivante e tecnologia d’avanguardia, questo serramento offre una luminosità d’eccezione: grazie ai profili appositamente progettati, ha infatti una superficie vetrata molto ampia. La finestra DXW garantisce inoltre elevati parametri termoisolanti: autentica evoluzione del prodotto tradizionale con cupola, è infatti dotata di un doppio vetrocamera realizzato mediante un sofisticato sistema di incollaggio dei vetri e contraddistinto da un coefficiente di trasmittanza termica Ug = 0.5 m2/K.
Proposto in otto dimensioni standard (nei limiti da 60x60 a 120x120), il nuovo modello per tetti piatti FAKRO è contraddistinto da un telaio con profili multicamera in PVC ed inserti di materiale termoisolante; altamente resistenti agli acidi e caratterizzati da un basso assorbimento di umidità, tali profili fanno sì che questo serramento possa essere installato in qualsiasi vano.
Questa finestra dispone infine di tutta una serie di accessori interni ed esterni che, oltre a avere specifiche funzionalità, fungono anche da accattivanti elementi decorativi.
Dal 1991 sinonimo di finestre per tetto di elevata qualità, caratterizzate da una tecnologia altamente innovativa nonché da un’assoluta e meticolosa cura del dettaglio, FAKRO prenderà parte, dal 18 al 21 marzo prossimi, alla kermesse milanese MADE EXPO. Presso la propria area dedicata (Pad 4 - stand C09 D10), l’azienda presenterà alcune importanti novità.
“Un peculiare rilievo, all’interno dell’area espositiva – afferma Bruno Pernpruner, Direttore FAKRO Italia – avranno le nuove finestre per tetti piatti. In grado di garantire un’elevata funzionalità, una luminosità d’eccezione e ottime prestazioni energetiche, questi nuovi serramenti sono contraddistinti da una robustezza straordinaria che ne consente la calpestabilità.”
Nel corso della manifestazione, FAKRO presenterà inoltre tre ulteriori nuovi prodotti: i lucernari termoisolanti PWP, i serramenti in PVC con asse di rotazione decentrato PYP-V e le finestre per tetti piatti con accesso al tetto DR.
L’azienda esporrà poi al MADE gli highlights del proprio percorso produttivo.
“Tra gli altri prodotti – conferma Bruno Pernpruner – saranno visibili la finestra FPP-V preSelect, che all’apertura a bilico associa quella a vasistas, il serramento FTT U8 Thermo, con prestazioni termiche tra le migliori disponibili sul mercato con singolo pacchetto vetrato, o ancora la nuova linea di prodotti elettrici, dotata del rivoluzionario sistema wireless a radiofrequenza Z-Wave, e la finestra Galeria, in cui i due battenti consentono di creare una suggestiva apertura a balcone.”
Allo stand FAKRO, i visitatori potranno infine conoscere alcuni performanti tecnologie: dall’innovativo sistema topSafe (fissaggio delle cerniere; barra metallica; rinforzo del profilo) utile a rafforzare la costruzione della finestra, per una maggiore resistenza contro l’effrazione, al sistema di ventilazione V40 che permette un ottimale ricambio d’aria anche a finestra chiusa, conferendo maggior salubrità agli ambienti anche durante la stagione invernale o in caso di mal tempo.
Da 80 anni azienda di riferimento a livello mondiale nel settore delle chiusure civili e industriali, il Gruppo Hörmann prenderà parte alla manifestazione MADE Expo, che si terrà dal 18 al 21 marzo prossimi.
Vocata all’innovazione e nota per il considerevole numero di sistemi esclusivi immessi periodicamente sul mercato, l’azienda presenterà durante la kermesse numerose nuove proposte.
Fiore all'occhiello delle novità esposte allo stand Hörmann (Pad 4 - N25-P30), saranno il portone sezionale RenoMatic 2015 e le porte d’ingresso RenoDoor Plus 2015 e TopSecur 2015, protagonisti della campagna promozionale 2015, nonché la serranda RollMatic in alluminio Decopaint e il portone sezionale LPU con superficie Sandgrain. In occasione della fiera, torneranno poi in scena anche le porte d'ingresso in alluminio ThermoCarbon. Lanciate a fine 2013 e in grado di offrire performances straordinarie in termini di coibentazione termica, saranno riproposte a Milano in numerose varianti di design. Per i portoni sezionali industriali, invece, l'attenzione sarà focalizzata sui nuovi portoni con pannelli di 67 mm di spessore e una coibentazione termica migliorata fino al 21%, mentre per l’area logistica, si potranno vedere la pedana di carico HTL-2 e il sigillante perimetrale DSLR-H.
“La fiera – aggiunge inoltre Stefano Tuccio – ci offrirà anche l’occasione di riunire al completo la nostra organizzazione, insieme alla quale celebreremo un memorabile traguardo: il 25° anniversario della fondazione di Hörmann Italia. Condivideremo valori, esperienze e passioni di 25 anni di storia in un evento dedicato che avrà luogo il 18 marzo, al quale parteciperanno Christoph Hörmann e alcuni noti personaggi del mondo dello sport e dell’economia.”
Grazie all’adozione del rivoluzionario sistema di comunicazione via radio Z-Wave, in grado di collegare in un’unica rete differenti prodotti elettrici dedicati al comfort dell’abitazione, FAKRO implementa ulteriormente il benessere abitativo degli ambienti sottotetto. L’azienda, che in poco più di 20 anni è divenuta il secondo player a livello mondiale nel settore delle finestre per mansarda, presenta oggi infatti le nuove finestre da tetto Z-Wave, integrabili nel sistema wireless di una “casa intelligente”: i serramenti a bilico FTP-V Z-Wave (in legno di colore naturale) e FTU-V Z-Wave (sempre in legno ma di colore bianco, indicato per gli ambienti in cui l’umidità si mantiene elevata per lunghi periodi, come bagni e cucine).
Dotati di modulo elettronico con chip Z-Wave, questi serramenti possono essere gestiti comodamente da qualsiasi posizione all’interno della casa, attraverso un dispositivo di comando che ne consente l’apertura e la chiusura, nonché la gestione degli accessori a distanza. Estremamente evolute dal punto di vista tecnologico, le nuove finestre FAKRO conservano l’appeal estetico che caratterizza da sempre i prodotti della nota azienda: l’intero meccanismo elettrico per l’automazione del serramento (centralina e motore a catena) risulta infatti invisibile, in quanto integrato nel telaio della struttura e nascosto da una copertura d’alluminio, posta nella parte inferiore, proprio per non ledere la bellezza della finestra.
In entrambi i serramenti, il motore è a catena e ha una corsa di 24 cm che permette l’apertura e la chiusura automatica del battente; in caso di mancanza di energia elettrica, la finestra può essere però movimentata anche manualmente, semplicemente ruotando la maniglia di 90° e sganciando così il motore.
Dotati di serie di sensore di pioggia - in grado di attivare la chiusura della finestra in caso di pioggia – e disponibili anche con sensore vento, questi prodotti sono integrabili anche con diversi accessori elettrici, quali le tende interne oscuranti ARF Z-Wave e ombreggianti ARP Z-Wave, la veneziana AJP Z-Wave, l’avvolgibile esterno ARZ Z-Wave e la tenda ombreggiante esterna AMZ Z-Wave.
Le nuove finestre FTP-V Z-Wave e FTU-V Z-Wave sono consigliate non solo laddove vi siano impedimenti reali e concreti per la movimentazione del serramento – qualora ad esempio quest’ultimo si trovi ad una tale altezza che non possa essere alla portata diretta dell’utente – ma anche per connotare con ulteriore personalità e interessanti concetti di design d’interni progetti architettonici particolarmente arditi.
La splendida costa del comune di Vasto (Chieti) alterna suggestive spiagge di ciottoli, scogliere e brani di ricca macchia mediterranea, che fronteggiano le acque cristalline di uno dei tratti di mare più caratteristici e incontaminati del litorale abruzzese, riconosciuto come area protetta dall'ente regionale.
In questo incantevole paesaggio è stato recentemente inaugurato il Villaggio turistico “Baia Delphis”, situato in località Vignola e caratterizzato dalla presenza di un trabocco, tradizionale capanno per la pesca posto lungo la battigia e sospeso sull'acqua mediante palafitte in tronchi e legname.
Immerse nel verde, le residenze sono distribuite sui terrazzamenti digradanti verso il mare, sostenuti da muri in pietra locale e collegati da percorsi pedonali che assecondano l'andamento sinuoso del terreno. I piccoli giardini privati sono delimitati da siepi, che favoriscono la privacy senza precludere la vista del mare e delle bellezze naturali.
Le residenze, arredate con gusto e dotate di tutte le comodità, sono costruite con strutture in legno rifinite in gesso e calce di provenienza locale, che isolano gli ambienti interni mettendo a disposizione, sulla copertura, un ampio solarium.
Attraverso un approccio mininvasivo basato sul recupero delle preesistenze, l'impiego di materiali naturali e il ricorso a soluzioni eco-sostenibili anche sotto il profilo energetico, il progetto architettonico rispetta le caratteristiche ambientali del sito esaltando, al contempo, l'accoglienza tipica delle genti abruzzesi.
“Il villaggio propone un vero e proprio ritorno alle origini – spiega Paolo Tessitore, imprenditore che ha concepito e realizzato il resort – dove poter trascorrere le proprie vacanze in completo relax, lontano dallo stress della vita cittadina, a stretto contatto con la natura.
Ci rivolgiamo a un target di fascia alta, in grado di apprezzare la cura prestata alla valorizzazione del nostro territorio. L'anno prossimo contiamo di incrementare l'offerta allestendo un ristorante all'interno del tipico trabocco, situato a pochi metri dalle residenze.”
Il rispetto per il contesto ha condotto anche a invenzioni progettuali uniche nel loro genere...
“Il bancone del bar a mare “ bar Stenella “, è stato realizzato come lo scafo di una barca da pesca tipica del luogo. La serranda che ne permette la chiusura è stata scelta nell'ampio catalogo Hörmann, con l'obiettivo di assecondare il delicato contesto paesaggistico del resort con un prodotto di gusto, pratico e affidabile.
Si è trattato di una conferma, in quanto tutti i portoni installati nei capannoni delle altre mie attività imprenditoriali nel settore dei trasporti sono stati realizzati dalla casa tedesca. Anche in questo caso siamo estremamente soddisfatti della qualità del prodotto e dell'efficienza del servizio.”
La serranda avvolgibile Hörmann installata presso il resort Baia Delphis è un modello RollMatic (dimensioni 4.500 per 2.500 mm). È composta da profili in alluminio con cavità riempita in poliuretano, che permette lo scorrimento silenzioso durante la movimentazione verticale e un minimo ingombro quanto impacchettata a soffitto.
La forma dell'apertura è indifferente: la serranda è in grado di adattarsi a qualsiasi configurazione, anche in caso di aree in pendenza, grazie a profili adattabili. È disponibile in nove diverse colorazioni di serie, con possibilità di personalizzazione estesa anche all'inserimento di oblò trasparenti e di griglie di areazione.
Resistente alla salsedine, la serranda installata nel resort è rifinita con vernice bianca (Ral 9016) per armonizzarsi con le altre costruzioni. Proposta con motorizzazione elettrica di serie, dispone di quadro comandi interno e sblocco d'emergenza dall'esterno, sistema di sicurezza antisollevamento acustico con sirena e pulsante a chiave posto all'esterno, sotto intonaco.
La serranda RollMatic è stata fornita dalla società C.T.E. Srl, concessionaria Hörmann (agente Vito Olivastri)
Committente | Villaggio turistico “Baia Delphis”
Progetto | arch. Stefania Bolognese - geom. Luigi Di Francescantonio
Produttore | Hörmann
Serranda | RollMatic
Concessionario | C.T.E. Srl (Treglio, CH)
Agente | Vito Olivastri