Protagonista di una crescita record che lo ha portato ad essere il secondo player mondiale nel settore delle finestre da tetto, il Gruppo FAKRO amplia oggi la sua già ricca gamma di accessori e la estende all’ambito delle finestre verticali, proponendo la nuova tenda parasole ombreggiante VMZ.
Montata sulla parte esterna della finestra, questa tenda protegge efficacemente dal riscaldamento dovuto all’irraggiamento solare, garantendo una protezione contro il surriscaldamento fino a 8 volte più efficace rispetto alle tende interne. Schermando le radiazioni solari prima del vetro, nelle giornate più soleggiate questo accessorio trattiene il calore all’esterno e riduce la trasmittanza di nocive radiazioni UV all’interno del vano, proteggendo al meglio gli arredi e riducendo il consumo di energia da parte degli impianti di climatizzazione (in linea con quanto stabilito dal Decreto Legislativo 311/2006 e dal successivo Decreto attuativo DPR 59/2009).
Diversamente dagli avvolgibili esterni e dalle tende oscuranti interne, la tenda parasole ombreggiante VMZ è caratterizzata da una speciale traforatura che consente alla luce naturale di filtrare all’interno della stanza, assicurandone una distribuzione uniforme e regalando ai nostri occhi un comfort visivo d’eccezione. Disponibile in 5 colori con trasparenza relativa del 10% e due colorazioni con trasparenza relativa dell’1%, il nuovo accessorio FAKRO per finestre verticali assicura la massima protezione della privacy negli ambienti sia domestici sia professionali, senza impedire il contatto visivo con l’esterno.
VMZ è disponibile nella versione manuale come anche in altre evolute varianti: VMZ Electro, alimentata dalla rete elettrica 230V e gestita tramite interruttore a parete; VMZ Z-Wave, facilmente azionabile mediante radiocomando a distanza grazie all’impiego del rivoluzionario sistema wireless a radiofrequenza Z-Wave; VMZ Solar, dotata di un’intelligente sistema di azionamento automatico che la movimenta in base all’intensità dell’irraggiamento solare. In questo caso, il pannello fotovoltaico integrato nel cassonetto aziona il sensore di intensità luminosa e, unito ad uno speciale sistema elettronico, reagisce alla radiazione solare. D’estate, in caso di forte irraggiamento solare, la tenda si srotola automaticamente e protegge il vano dal surriscaldamento. Con cielo nuvoloso la tenda si arrotola automaticamente, aumentando l’afflusso della luce naturale. Le tende VMZ Solar vengono alimentate da un pacchetto di batterie 12VDC, incorporate nel cassonetto della tenda, che si caricano tramite lo stesso pannello solare.
Prodotto estremamente performante per isolamento termico e sicurezza contro l’effrazione, il portone sezionale LPU 40 Hörmann presenta oggi due ulteriori finiture che vanno ad ampliare la sua già ricca versatilità estetica: la versione con greca D (con doppia greca ravvicinata) e la versione con greca T (caratterizzata invece da tre greche ravvicinate); due particolari decorativi raffinati ed impattanti, che conferiscono al portone un design contemporaneo e un appeal ancora più d’effetto.
Realizzato in acciaio a doppia parete coibentato e dotato di elementi con uno spessore di 42 mm, LPU 40 si contraddistingue per l’apertura verticale e lo scorrimento a soffitto che consente il massimo utilizzo dello spazio all’interno del garage e nella zona antistante l’ingresso. La chiusura LPU 40 Hörmann può raggiungere una dimensione massima di 5500 mm in larghezza e 3000 mm in altezza. Adatto ad ogni tipo di garage, questo portone è resistente nel tempo ed estremamente sicuro, grazie anche alla possibilità di motorizzazione con abbinamento al sistema BiSecur. In grado di regolare la trasmissione del segnale tra telecomando e motorizzazione per porte da garage, questo sistema deve la sua eccezionale sicurezza all’utilizzo di una codifica AES 128, standard riconosciuto e utilizzato a livello internazionale, e impiegato, per esempio, per l’online banking. Tramite BiSecur, il portone LPU 40 può essere controllato e comandato non solo da casa ma anche da qualsiasi altro luogo nel mondo, utilizzando la nuova APP BiSecur per smartphone e tablet.
Disponibile in 16 pregiati colori preferenziali e, a richiesta, in tutte le tonalità della gamma RAL, LPU 40 può infine essere corredato da molteplici accessori, tra cui eleganti finestrature, una portina pedonale, i classici cassettoni S, gli effetti legno (Woodgrain), sabbia (Sandgrain®), seta (Silkgrain®), simil legno (Decograin) e ondulato (Micrograin®); dettagli che aggiungono un tocco di stile del tutto personale al proprio garage.
Inoltre, sia all’interno che all’esterno e persino sulle cerniere, è predisposta la collaudata protezione salvadita, che esclude ogni pericolo di schiacciamento delle dita tra gli elementi del portone. Come tutti i prodotti, gli accessori e i dispositivi Hörmann, anche il portone LPU 40 risponde infine perfettamente ai requisiti della normativa UNI EN 13241-1.
Dal 26 marzo al 5 aprile, il palazzo del Ministero degli Affari Esteri e dello Sviluppo internazionale della Repubblica Francese ospiterà la mostra “AD Collections - Mobilier d'Exception et Objets d'Art Décoratif du 21ème Siecle”, promossa dalla rivista AD del gruppo Condé Nast.
L'evento è dedicato alle arti decorative, un settore del design di lusso che costituisce una specialità tipicamente francese. Obiettivo dell'iniziativa è promuovere l'eccellenza dei designers, dei decoratori e degli artigiani transalpini, mettendo in mostra la vitalità della creatività di questo mondo ancora poco conosciuto dal grande pubblico.
Ciascuna delle cinquanta talentuose firme selezionate presenterà tre creazioni proprie, esposte nei saloni al livello del giardino dello storico palazzo al Quai d'Orsay, magnifico esempio della ricchezza espressiva di questa elegante scuola delle arti applicate, risalente al Secondo Impero.
Si tratta di mobili, arredi e oggetti di altissima qualità manifatturiera artigianale, realizzati come pezzi unici o in piccole serie utilizzando materiali nobili e pregiati, che rappresentano lo stato dell'arte di un settore che si rivolge non solo al mercato internazionale del lusso ma anche a collezionisti e appassionati di tutto il mondo.
Charles Zana – affermato architetto franco-tunisino che da oltre vent'anni progetta interni e oggetti di altissimo pregio estetico – partecipa con una “Bibliothèque” realizzata da Marzorati Ronchetti, la “sartoria del metallo” italiana specializzata nella produzione di opere di architettura, interni, arredo e design uniche nel loro genere.
Si tratta di una libreria (larghezza 2.000 mm; profondità 460 mm; altezza 2.400 mm) formata da un basamento cieco e da tre ripiani, collegati da venti aste solidarizzate mediante supporti trasversali per l'appoggio dei ripiani, interamente realizzata con componenti in ottone lavorati su disegno.
Tutti i componenti principali sono rifiniti con trattamento “vibrato” e strato protettivo finale in cera, mentre gli elementi di piccole dimensioni sono bronzati. I ripiani sono illuminati mediante a strisce LED dimmerabili, cablate internamente alla struttura in modo da collegare le sorgenti luminose ai dispositivi elettronici alloggiati nel basamento. La composizione sarà completata da due contenitori in legno di pino grezzo, dotati di ante a battente.
L'intrinseca eleganza delle forme è valorizzata dalla pulizia del sistema di connessione fra i diversi componenti, frutto della maestria dei tecnici di Marzorati Ronchetti. L'insieme restituisce un'immagine sobria e razionale, ingentilita da sottili elementi dalla sezione circolare e dal colore, caldo e piacevole, delle superfici in ottone.
“I progetti di Charles Zana – spiega Stefano Ronchetti, socio di Marzorati Ronchetti - sono sempre caratterizzati da elementi iconici, decorativi e di design, dal sapore artistico, appositamente progettati e realizzati allo scopo di personalizzare gli ambienti.
In questo caso il progettista ha deciso di presentare tre creazioni inedite. Per la libreria, si è affidato alla nostra azienda che è protagonista a livello mondiale nella lavorazione artistica dei metalli. Per noi si è trattato di un'interessante occasione di confronto con un mondo – quello delle arti decorative – che frequentiamo poco.
L'ufficio tecnico interno ha sviluppato in tutti i suoi aspetti l'idea iniziale del progettista, fornendo ai nostri maestri artigiani le specifiche necessarie alla realizzazione. L'aspetto più interessante di questa commessa consiste senz'altro nella contaminazione fra arte e design, che si esprime nell'approccio scultoreo alla forma di un oggetto d'uso comune.”
SCHEDA
Progetto Bibliothèque
Evento AD Collections
Località Parigi, Quai d'Orsay
Designer Charles Zana
Impresa Marzorati Ronchetti
Verrà ufficializzata a breve l’acquisizione del 70% delle quote della Marzorati Ronchetti da parte del Gruppo Zordan. Rimarrà alla famiglia Ronchetti il restante 30%, ai fini di preservare il patrimonio storico dell’azienda. Dopo 93 anni di storia, si apre dunque per la sartoria del metallo una nuova era, grazie a quest’inattesa alleanza lombardo-veneta che si formalizzerà tra qualche settimana ma che ha già trovato concretezza nei fatti attraverso la partecipazione congiunta delle due aziende a Energy for Creativity, la prestigiosa mostra-evento organizzata dalla rivista Interni per collegare idealmente il FuoriSalone a Expo Milano 2015.
Al nuovo Amministratore Delegato Maurizio Zordan abbiamo chiesto di presentarci modalità ed obiettivi del piano di rilancio di cui sarà protagonista l’affermata azienda canturina.
In termini di indirizzi strategici, quali saranno le linee guida dello sviluppo di questa “nuova” Marzorati Ronchetti?
Le linee che ci guideranno sono in primis quelle organizzative. Innanzitutto, affineremo gli strumenti di misura dei risultati, in quanto, come intuì il filosofo Thomas Kuhn, “Solo ciò che è misurabile è migliorabile”. Ad oggi, stiamo misurando il passato per capire, a partire da quello, quali obiettivi darci per il futuro. Applicheremo poi in maniera costante un rigoroso controllo di gestione.
In termini di risorse umane, cercheremo di favorire il lavoro di squadra e proporremo un modello per obiettivi, finalizzato alla condivisione dei risultati e al coinvolgimento delle persone nella creazione di valore.
Per quanto riguarda il modello di business, applicheremo qui il più possibile quello già adottato in Zordan: manterremo vale a dire una capacità produttiva interna che preservi le competenze e consenta di presidiare il mestiere, alimentando poi la crescita con la validazione di artigiani esterni. Questo ci consentirà di avere una struttura non rigida ma flessibile, in grado di cogliere tutte le opportunità che il mercato offre.
Al di là di questi cambiamenti, continueremo a puntare sugli asset che hanno reso Marzorati Ronchetti una realtà affermata a livello mondiale nel mercato del lusso: la maestria artigianale nella lavorazione dei metalli nobili come linguaggio di fabbrica, il prestigioso patrimonio di referenze e relazioni, nonché l’elevata notorietà del brand.
Privilegerete alcune aree di business in particolare? In quali paesi?
Attraverso la sinergia delle due aziende, svilupperemo senz’altro l’area retail, nel contesto della quale Marzorati Ronchetti ha grandi opportunità di crescita. Rafforzeremo poi la penetrazione nell’area delle case private di prestigio – soprattutto all’estero – estremamente congeniale a quest’azienda grazie appunto alla sapienza artigianale che la contraddistingue. Ci concentreremo inoltre anche sull’area private yachts e gallerie d’arte. Manterremo infine il presidio sui settori public spaces e horeca. Per ognuna di queste aree, ci organizzeremo in maniera specifica, attivando strumenti e modalità mirate. A livello di paesi, l’attenzione dell’azienda verterà soprattutto su America, Inghilterra e Francia.
Avete in previsioni investimenti particolari?
Effettueremo senza dubbio alcuni adeguamenti tecnologici per quanto concerne la fabbrica ma il fulcro nevralgico dei nostri investimenti saranno come in Zordan comunicazione e formazione. Stefano Ronchetti metterà a servizio la propria esperienza assumendo un ruolo primario a livello di Gruppo nelle aree marketing e comunicazione.
Quali obiettivi vi siete posti in termini di fatturato?
Nell’arco di tre anni, condurremo quest’azienda a un aumento del 35% del fatturato, obiettivo congruo dato che in passato Marzorati Ronchetti ha messo a segno fatturati doppi rispetto a quanto ottenuto nel 2014.
Il Made in Italy accomuna la storia e la cultura di Zordan e Marzorati Ronchetti; quanto è oggi un vantaggio competitivo nel mondo?
È un valore nella fascia alta di mercato, nelle produzione non ripetitive, con minore serialità. La crisi di molte aziende dimostra che l’Italia è un paese difficile per i grandi numeri. Dobbiamo fare tesoro della nostra storia e lavorare sulla complessità e unicità dei progetti. Per quanto riguarda Marzorati Ronchetti, è indubbio che il cuore produttivo dell’azienda resterà sempre l’Italia.
Per il futuro, la Marzorati Ronchetti ha qualche grande sogno nel cassetto?
I sogni nel cassetto sono senz’altro molti ma più di tutto desideriamo concentrarci sul presente. Ciò che ci prefiggiamo ora è infatti di preservare il valore di un’azienda che ha una storia lunghissima ed estremamente prestigiosa alle sue spalle e che siamo convinti possa avere un futuro altrettanto rigoglioso. In veste di temporanei custodi, abbiamo l’importante compito di mantenere vivo questo valore, perché solo la vitalità può garantire all’azienda risultati e futuribilità.
Un’ultima domanda. Marzorati Ronchetti ha di recente fatto il suo ingresso in Federlegno. Può spiegarci le finalità di quest’adesione?
E’ stata una convergenza naturale, basata sulla condivisione di valori nell’operare a sostegno della più vera imprenditoria italiana. Federlegno rafforzerà inoltre la propensione della Marzorati Ronchetti allo sviluppo internazionale, grazie agli importanti desk operativi dell’Associazione nei mercati esteri d’interesse nonché alla proprietà del Salone del Mobile, vale a dire la più importante fiera dell’arredo a livello mondiale.
Nel corso della convention svoltasi a Miami dal 13 al 15 febbraio 2015, nella quale Bulgari ha riunito tutti i propri partner legati al settore dell’edilizia e dell’arredamento, il management della nota griffe ha insignito l’azienda Zordan con il premio Bulgari Design Award. A ritirare l’importante riconoscimento, quest’anno dedicato al tema del costruire sostenibile, sono stati Alfredo Zordan e Giuseppe Caruso, rispettivamente Direttore Commerciale e Project Manager dell’azienda vicentina, da tempo affermatasi quale uno dei principali player nella produzione di arredamento per i negozi monomarca dei più qualificati brand del lusso (non solo Bulgari ma anche Ferragamo, Tumi e Van Cleef & Arpels).
“Sono cresciuto guardando mio padre lavorare il legno – ha esordito Alfredo Zordan davanti alla platea – quando ancora il tema del costruire sostenibile non era stato codificato, eppure la sostenibilità era già in tutte le azioni e in tutti i pensieri portati avanti dalla nostra azienda. Il rispetto della natura e dei suoi ritmi è stato infatti per noi insieme naturale ed imprescindibile, fin dall’inizio.
Ai tempi di mio padre, i mobili venivano realizzati in legno massello, di elevata qualità e rifiniti con cera d’api o olio di lino. Il laboratorio artigiano veniva riscaldato bruciando gli scarti del legno lavorato. Inoltre, quando il mobile era pronto, veniva consegnato avvolto in stoffe riutilizzate molteplici volte.
Nel tempo – ha proseguito il Direttore Commerciale – la nostra azienda si è considerevolmente evoluta e, accanto al legno, abbiamo iniziato a lavorare anche altri materiali, ma con l’impegno di sempre: adottare modalità produttive rispettose della natura, dell’uomo e delle sue abitudini.
Nel 2007, alla vigilia dell’acquisizione dell’azienda da parte dell’attuale generazione, abbiamo iniziato a introdurre coscientemente le prime pratiche sostenibili. Abbiamo coperto il tetto con pannelli solari, dato avvio a un processo di digitalizzazione dei documenti per ridurre la quantità di carta utilizzata nei nostri uffici e riattivato il sistema di riscaldamento a biomassa, ora alimentato a cippato. Ancora oggi inoltre, selezioniamo i nostri fornitori in aree a noi vicine, promuoviamo un uso responsabile del legno, sosteniamo lo sviluppo delle comunità locali, e seguiamo la filosofia della Lean Production, al fine di minimizzare gli sprechi.
Il nostro impegno infine – ha concluso Alfredo Zordan – è da alcuni anni focalizzato sulla creazione di un modello di business incentrato sulla sostenibilità nonché in grado di preservare valore all’interno del territorio.”
Con questo premio, Bulgari ha evidenziato Zordan quale partner di elevato livello che ha contribuito, oltre alla realizzazione, anche alla certificazione LEED di alcuni suoi punti vendita, tra cui lo Store Bulgari di Los Angeles.
Lo storico quartiere di Islington è oggi una delle zone di Londra più ambite da creativi, stilisti e designer, ricca di negozi alla moda e di locali di tendenza, perciò non bisogna stupirsi se alcune delle principali multinazionali inglesi hanno scelto di localizzare qui le loro “communication units”.
Clerkenwell Green si trova proprio al centro di questa vivace comunità, unica nel suo genere, dominata dall'austero profilo di The Buckley Building, un'ex opificio degli anni Trenta recentemente rinnovato per farne la prestigiosa sede di rappresentanza di importanti brand internazionali.
I 7.910 metri quadrati di spazi perfettamente ristrutturati sono distribuiti all'interno di un edificio sofisticato, completamente eco-sostenibile, che culmina in una spettacolare terrazza dalla quale si può ammirare il panorama mozzafiato dei tetti londinesi.
Parte dell'edificio è stato locato con largo anticipo dal developer Derwent London, mentre il resto è stato affittato dopo il completamento. I due piani inferiori sono oggi occupati dal rinomato ristorante Granger & Co., mentre gli uffici posti nei quattro livelli soprastanti sono occupati da Unilever, Hill+Knowlton, Tipp24 e Deloitte Digital.
Il progetto degli architetti Buckley GrayYeoman ha esaltato i tratti originari di questo gioiello dell'archeologia industriale. Sulle facciate si alternano candide fasce intonacate a murature in mattoni a vista, scandite dalla classiche finestre “Crittal” dall'accentuato taglio verticale.
L'architettura d'interni gioca un ruolo determinante, per la qualità delle dotazioni tecnologiche – tutte di assoluta avanguardia – e soprattutto per l'elevatissimo contenuto estetico degli spazi, le cui scelte sono state calibrate mediante una ristretta tavolozza di materiali “crudi”, trattati con estrema raffinatezza.
Dai pavimenti in cemento lucidato emergono pilastri e pareti realizzati con i laterizi color ruggine, tipici dell'edilizia industriale inglese, mentre sobrie colonne d'acciaio verniciate di nero ritmano gli ampi open space, inondati dalla tersa luce che entra attraverso le ampie vetrate.
Sembra incredibile, ma in questo piccolo paradiso del brit-style contemporaneo è presente anche una nota azienda italiana. Tutte le partizioni e i rivestimenti interni in acciaio sono stati fabbricati e posati in opera da Marzorati Ronchetti, la “sartoria del metallo” leader mondiale in questo tipo lavorazioni.
Escluse ovviamente le strutture portanti e le opere edili in cemento, mattoni e cartongesso, tutto quanto c'è di visibile e a portata di mano nei prestigiosi ambienti di The Buckley Building è stato prodotto nello stabilimento di Cantù: pareti, porte, scale, balaustre e corrimani, fino agli splash panel dei lavabi e ai pannelli di fondo delle toilette.
Lo spazio più rappresentativo di questa felice realizzazione è senz'altro la reception. I pannelli a parete in ferro nero finiti a cera creano uno sfondo in varie tonalità di grigio screziato, che diffonde con discrezione la luce naturale senza ricorrere a superfici riflettenti. Un raro esempio di stile italiano nel cuore della City.
Umberto D’Aquino, Sales Technical Manager di Marzorati Ronchetti, approfondisce alcuni degli aspetti più significativi della commessa: “Siamo stati incaricati direttamente dal general contractor di realizzare l'architettura d'interni e abbiamo lavorato al progetto per l'intero 2013 e per parte del 2014.
L'area più rappresentativa, dal forte impatto iconico, è senz'altro la reception. Una foto che evidenzia i dettagli del rivestimento a parete può essere osservata nel sito web del cliente (www.derwentlondon.com), segno tangibile di come il nostro contributo all'immagine degli ambienti sia stato molto apprezzato: Marzorati Ronchetti è un “brand” spendibile anche oltremanica per qualificare l'intervento.”
Come avete gestito i rapporti con i progettisti?
“Come spesso accade, gli architetti ci hanno comunicato quali canoni estetici avremmo dovuto seguire per incontrare le loro preferenze e ottenere il risultato cercato, lasciandoci ampi margini per lo sviluppo dell'idea dal punto di vista ingegneristico e costruttivo, fino alla definizione dei dettagli formali. La scelta del materiale, impiegato in lastre di spessore elevato, e la tecnica di realizzazione mediante pieghe a spigolo vivo sono stati gli elementi che hanno convinto i progettisti, ai quali abbiamo presentato un mock-up per l'approvazione prima di passare alla fase di produzione.
Scheda Progetto
Project name The Buckley Building
Location Londra
Client Derwent London
Architettura Buckley Gray Yeomen
Project Management Quantem Consulting
Strutture Heyne Tillett Steel
Contractor Mitie Built Environment
Impresa Marzorati Ronchetti
Project Management Umberto D’Aquino
Situato sull'omonimo altipiano, Doberdò del Lago è una delle “porte” di ingresso al Carso, terra ricca di storia e tradizioni posta a cavallo fra Italia e Slovenia, caratterizzata da un ambiente rigoglioso e incontaminato. È in questo splendido contesto, sempre più apprezzato dai turisti di tutta Europa, che una famiglia locale con trent'anni di esperienza nel settore ha deciso di aprire un albergo con ristorante.
Pahor – questo il nome dell'hotel – si trova in frazione Jamiano, lungo la suggestiva Strada del Vallone che, con il suo percorso sinuoso immerso nella natura, collega Trieste e Gorizia. L'edificio originario - una tipica “gostilna” (locanda) - è stato radicalmente ristrutturato e dotato di tutti i servizi e le comodità, compresa una sauna.
La reception, gli spazi collettivi e la sala ristorante si trovano al piano terra: l'ottima cucina propone menù genuini, locali e internazionali, accompagnati da vini del Carso e del Collio conservati nella suggestiva “kntina” in pietra. Il piano superiore e una parte della mansarda sono occupati dalle camere, mentre il resto del sottotetto è destinato ai locali per i servizi alberghieri.
L'intervento, completato nel 2014, è stato condotto rispettando l'architettura delle costruzioni del posto: le gialle facciate, con aperture bordate da fasce in pietra, sono ingentilite dal ballatoio in legno che ripara le camere dal sole e dalla pioggia. Sorrette da una struttura in travi di legno, le coperture sono rivestite con tegole in laterizio e presentano le tipiche aperture complanari alle falde che permettono di illuminare e arieggiare gli ambienti sottostanti.
La scelta dei serramenti per il tetto ha costituito uno degli aspetti più significativi del progetto, curato dall'arch. Gabrio Pigo. Si tratta infatti di dispositivi che, oltre a garantire requisiti ad alta performance termica simili a quelli degli infissi verticali, necessitano di soluzioni specifiche in ragione della loro posizione inclinata e delle differenti modalità d'uso. D'intesa con i committenti, sono stati selezionati prodotti FAKRO in grado di rispondere alle più diverse esigenze.
Prendiamo ad esempio le quattro finestre da tetto (modello FTP-V U3 Electro) installate sulla falda rivolta a nord: le loro dimensioni (66 per 118 cm) hanno permesso di rispettare sia l'orditura portante, sia l'omogeneità con i rivestimenti interni in legno. Le tre finestre delle camere sono realizzate in pino naturale mentre quella del bagno (modello PTP-V U3) è in PVC, per garantirne la durata anche con elevati tassi di umidità relativa, con finitura in pino simile ai serramenti in legno.
Data la posizione elevata rispetto al pavimento, la loro apertura a bilico è comandata mediante telecomandi che agiscono su silenziosi motori elettrici; in caso di precipitazioni, un apposito sensore attua la chiusura automatica. Anche il funzionamento degli accessori (tende oscuranti interne e ombreggianti esterne) è telecomandato, a garanzia del migliore comfort per gli utenti.
I locali per i servizi alberghieri sono dotati di finestre simili fra cui una con apertura a libro (modello FWL U3), dalle dimensioni idonee a consentire un agevole accesso al manto esterno del tetto da parte del personale tecnico, nel pieno rispetto delle normative in tema di sicurezza. Ma l'aspetto più interessante è la perfetta integrazione fra queste finestre con i collettori solari termici (modello SKW) posti sulla copertura.
Si tratta di una soluzione funzionale alla produzione dell'acqua calda sanitaria da fonte rinnovabile, che rispetta le linee architettoniche inserendosi con naturalezza nel disegno semplice e rigoroso del tetto, assicurando efficienza energetica, qualità estetica e perfetta funzionalità, a fronte di prestazioni tecniche garantite dal marchio FAKRO per edifici nuovi e ristrutturati.
Il modello FAKRO FTP-V U3 Electro è un serramento da tetto con apertura a bilico, dotato di un battente che può ruotare di 180° con sistema di bloccaggio che ne facilita le operazioni di pulizia. I robusti telai in legno di pino, accuratamente selezionato e impregnato sottovuoto, sono rifiniti con due mani di vernice acrilica. Il sistema di ventilazione V40 consente un ottimale ricambio d’aria anche a finestra chiusa, mentre il sistema topSafe (fissaggio delle cerniere; barra metallica; rinforzo del profilo) è utile a rafforzare la costruzione della finestra, per una maggiore resistenza contro l’effrazione. Questa finestra è dotata di un automatismo per il comando a distanza dell’apertura, la chiusura e la gestione degli accessori mediante telecomando.
Il serramento a bilico PTP-V U3 è caratterizzato da una struttura a profili multicamera in PVC, con rinforzi interni in acciaio zincato, che garantisce stabilità, durabilità e resistenza all'umidità e agli agenti corrosivi in ambienti quali cucina e bagno. Anche in questo caso il battente ruota di 180° ed è bloccabile in qualsiasi posizione. Questa finestra è dotata di un automatismo per il comando a distanza dell’apertura, la chiusura e la gestione degli accessori mediante telecomando.
Il lucernaio termoisolante FAKRO FWL U3 presenta dimensioni idonee al passaggio delle maestranze sul tetto. Dispone di apertura laterale a 90°, a destra e a sinistra, con pistone a gas che facilita l'apertura dell’anta e la mantiene in posizione stabile, evitando la chiusura involontaria. Il vetrocamera termoisolante 4H 16 4T (Ug = 1,1 W/m2K) garantisce un isolamento termico ottimale, mentre la maniglia consente l’apertura anche per la micro-ventilazione.
L'integrazione delle finestre da tetto con i collettori solari termici risponde all'esigenza di ridurre le spese d'esercizio di un edificio – ovvero la “bolletta” energetica per l'acqua calda sanitaria, particolarmente elevata in un albergo – attraverso un impianto di captazione realizzato contestualmente al recupero del tetto, perciò abbattendo anche i costi di installazione.
Le loro dimensioni (78 per 140 cm, oppure 114 per 118, 140 e 206 cm) favoriscono la posa su qualsiasi struttura di copertura. Certificati Solar Keymark, i collettori solari SKW sono infatti predisposti per il montaggio combinato con le finestre FAKRO in differenti configurazioni e inclinazioni (da 15° fino a 90°), grazie a raccordi modulari che garantiscono la tenuta ermetica degli ancoraggi.
I telai sono realizzati con robusti profili d’alluminio e accolgono all'interno il pannello di assorbimento, in lamiera di rame coperto da uno strato selettivo (efficienza di assorbimento dei raggi solari circa 95%). Il vetro temperato prismatico con resistenza antigrandine consente la penetrazione dei raggi solari anche con elevati angoli d’incidenza.
Il sistema SKW è completo anche dal punto di vista termoidraulico. Comprende tubazioni in acciaio per il collegamento fra i diversi collettori e i serbatoi d'accumulo (volumi: 200, 300 o 400 litri), il gruppo di pressurizzazione con vaso d'espansione e il fluido termovettore (miscela acqua-glicole), oltre a numerosi accessori.
SCHEDA
Committente Hotel Restaurant Pahor
Progettista Arch. Gabrio Pigo
Produttore FAKRO
Finestre 13 finestre FTP-V automatizzate; 1 finestra PTP-V in PVC; 1 lucernario FW
Collettori solari SKW
Agente Agenzia Friz - Massimo Friz - Udine
Realizzata sulle pendici dei colli di Montesilvano, a nord di Pescara, la nuova residenza dell'arch. Pierluigi Natalucci e della moglie Roberta Di Pietro, docente universitaria, utilizza un linguaggio con evidenti riferimenti alla tradizione del Movimento Moderno, senza rinunciare a quegli aspetti ecologici che distinguono l'architettura contemporanea.
I netti volumi parallelepipedi sono caratterizzati da prospetti con ampie aperture, sorta di “tagli” che permettono l'ingresso e la diffusione della luce anche al piano inferiore. Le superfici di copertura sono dei terrazzi praticabili, degli ampi solarium con una straordinaria vista panoramica sulla costa. Il rapporto fra spazi interni ed esterni è esaltato dai collegamenti funzionali e dalle introspezioni visive, ad esempio nel caso del patio, posto alla quota del seminterrato, e del giardino, gradevole prolungamento del tinello.
“Questa casa è il coronamento di un sogno condiviso con mia moglie - spiega l'arch. Pierluigi Natalucci, proprietario e progettista. La pendenza del terreno è stata motivo di ispirazione per progettare una casa a misura delle nostre aspettative, con vista sul mare, nella quale ci siamo divertiti a sperimentare soluzioni innovative sotto il duplice aspetto linguistico e tecnologico.”
L'impiego a vista di setti portanti in legno lamellare e del cappotto esterno in pannelli di sughero denunciano la natura ecologica del progetto.
“Il legno è un materiale fantastico da usare in facciata mentre l'uso del sughero è un vero e proprio esperimento. Si tratta di blocchi di sughero prodotti in Portogallo, particolarmente densi e idonei all'uso per esterni, che vengono incastrati fra loro a formare uno spesso strato esterno. L'insieme garantisce ottimi valori di isolamento termico, dal freddo come dal caldo, con valori di sfasamento estivo eccellenti, a vantaggio dell'inerzia termica dell'interno edificio e del conseguente comfort degli ambienti.
Abbiamo così contenuto al minimo il fabbisogno energetico, coperto da un impianto fotovoltaico da 6 kW con pannelli ibridi che collabora con una pompa di calore aria-acqua; questa, a sua volta, produce i fluidi termovettori per l'impianto di climatizzazione ad aria, con recuperatore di calore, e per la produzione di acqua calda sanitaria. Un sistema di ventilazione meccanica controllata completa l’impianto.”
Questo concept energetico presuppone un involucro a elevata tenuta...
“Questa è stata una delle principali sfide tecniche, specie nella progettazione dei giunti di contatto fra elementi verticali e infissi. Abbiamo scelto serramenti in alluminio/pvc di elevata qualità, con telai spessi 90 mm e tripli vetri, protetti esternamente da imbotti in alluminio tutti realizzati su misura, comprensivi di sistemi anti-intrusione.
Ovviamente anche il portone del garage doveva assicurare elevate prestazioni termoisolanti e, parallelamente, inserirsi al meglio nel contesto architettonico. Già in fase di progettazione avevo individuato Hörmann fra i possibili fornitori: si tratta di prodotti pensati e costruiti per l'impiego in zone geografiche caratterizzate da climi molto più rigidi.
Di conseguenza assicurano standard termici al vertice della categoria. La scelta finale è stata dettata dalla constatazione dell'alto grado di qualità complessiva dei prodotti Hörmann sia dal punto di vista del design, sia per la solidità costruttiva che è anche una garanzia per la sicurezza.
La casa è abitata da qualche mese e stiamo ultimando gli ultimi particolari, ma nel complesso posso dirmi più che soddisfatto del risultato ottenuto. Questo è perciò il momento della verifica: nel corso del primo anno di funzionamento i consumi energetici saranno attentamente monitorati, per capire qual è l'entità effettiva del risparmio in rapporto all'uso dell'edificio.”
La residenza è dotata di un portone sezionale Hörmann modello LPU40 (altezza 2.250 mm, larghezza 3.390 mm) colore “grigio luce” (RAL 7035), equipaggiato con motorizzazione SupraMatic P (velocità d'apertura max 22 cm/sec, con fotocellula di sicurezza) in applicazione L (sistema di scorrimento orizzontale a soffitto, albero a molle in coda).
Questi portoni sono realizzati con elementi d'acciaio zincato a caldo a doppia parete (spessore 42 mm), con isolamento interno in schiuma in poliuretano e protezione esterna con mano di fondo a base di poliestere. Il portone risulta così molto stabile e silenzioso durante lo scorrimento.
Dato lo stile architettonico decisamente contemporaneo dell'edificio, la superficie grecata L abbinata alla finitura Micrograin risultano particolarmente azzeccate. Le guarnizioni perimetrali ermetiche a elasticità permanente assicurano una tenuta ottimale agli agenti atmosferici e idonei livelli di coibentazione termica e acustica. Ecco i dati in opera:
- trasmittanza termica U = 1,30 W/m2K
- isolamento acustico R = 22 dB
- tenuta all'aria: classe 3
- tenuta all'acqua: classe 3
- carico al vento: classe 3
Il portone è stato fornito dalla società C.T.E. Srl, concessionaria Hörmann (agente Vito Olivastri).
SCHEDA
Committente Arch. Pierluigi Natalucci
Portone sezionale Hörmann
Modello LPU40
Concessionario C.T.E. Srl
Agente Vito Olivastri
Appartenente alla nuova linea di portoni industriali Hörmann con spessore 67 millimetri, il nuovo modello APU 67 Thermo garantisce una funzionalità elevata e prestazioni energetiche d’eccezione: presenta infatti una coibentazione termica del 55% maggiore rispetto al preesistente modello APU con spessore da 42 millimetri. Grazie ai profili per finestratura a taglio termico (si tratta di profili a tre camere, in cui il profilo esterno ed interno sono separati da una precamera con rinforzo in materiale sintetico) e agli elementi in acciaio, questa chiusura garantisce una coibentazione termica con un valore U fino a 1,5 W/ (m²·K) per un portone con dimensioni di 5x5 metri.
Tecnologicamente evoluto, il portone APU 67 Thermo rappresenta la soluzione ideale per molteplici ambiti, dalle officine, ai capannoni commerciali e industriali, sino ai magazzini.
Contraddistinta da ampie finestrature che consentono un’elevata penetrazione di luce naturale all’interno dell’ambiente di lavoro, questa chiusura è dotata di un robusto zoccolo schiumato in poliuretano con altezza di 750 mm. Tale zoccolo, che può essere tra l’altro facilmente sostituito in caso di danneggiamento, è disponibile senza sovrapprezzo con superficie goffrata o Micrograin.
APU 67 Thermo presenta dimensioni che giungono fino a 10.000 mm in larghezza e 7.500 mm in altezza e propone un’estetica identica ai portoni contraddistinti da 42 mm di spessore, ai quali può dunque essere affiancato anche all’interno di un medesimo contesto architettonico.
Il nuovo APU Hörmann è disponibile con una fotocellula integrata nella guarnizione più esterna, il cosiddetto optosensore, che in fase di chiusura garantisce l’arresto automatico del portone, in presenza di persone o oggetti sottostanti, rilasciando solo una determinata forza al momento dell'impatto, o addirittura evitandolo completamente, prima di ripartire verso l'alto.
L'optosensore può essere sostituito da una fotocellula che precede lo scorrimento, senza sovrapprezzo, che arresta il portone e ne inverte la marcia prima di incontrare persone oppure oggetti sul varco. Quest’ultima performance è offerta anche dall’evoluta barriera a raggi infrarossi integrata nel telaio e protetta dagli urti. Inoltre, grazie al rilevamento su vasta superficie dei raggi luminosi, la barriera consente velocità di scorrimento in chiusura del portone più elevate, che a loro volta impediscono grandi perdite di energia durante la manovra. L'impiego di fotocellule a scorrimento anticipato o barriere a raggi infrarossi ha inoltre il vantaggio di non richiedere un’importante manutenzione, per esempio la misurazione della forza impatto, e comporta quindi un risparmio di costi.
APU 67 Thermo è disponibile in 10 tonalità preferenziali e nei colori RAL e NCS, in molti colori metallizzati e nei colori British Standard.
Appartenente alla nuova linea di portoni industriali Hörmann con spessore 67 millimetri, il nuovo modello APU 67 Thermo garantisce una funzionalità elevata e prestazioni energetiche d’eccezione: presenta infatti una coibentazione termica del 55% maggiore rispetto al preesistente modello APU con spessore da 42 millimetri. Grazie ai profili per finestratura a taglio termico (si tratta di profili a tre camere, in cui il profilo esterno ed interno sono separati da una precamera con rinforzo in materiale sintetico) e agli elementi in acciaio, questa chiusura garantisce una coibentazione termica con un valore U fino a 1,5 W/ (m²·K) per un portone con dimensioni di 5x5 metri.
Tecnologicamente evoluto, il portone APU 67 Thermo rappresenta la soluzione ideale per molteplici ambiti, dalle officine, ai capannoni commerciali e industriali, sino ai magazzini.
Contraddistinta da ampie finestrature che consentono un’elevata penetrazione di luce naturale all’interno dell’ambiente di lavoro, questa chiusura è dotata di un robusto zoccolo schiumato in poliuretano con altezza di 750 mm. Tale zoccolo, che può essere tra l’altro facilmente sostituito in caso di danneggiamento, è disponibile senza sovrapprezzo con superficie goffrata o Micrograin.
APU 67 Thermo presenta dimensioni che giungono fino a 10.000 mm in larghezza e 7.500 mm in altezza e propone un’estetica identica ai portoni contraddistinti da 42 mm di spessore, ai quali può dunque essere affiancato anche all’interno di un medesimo contesto architettonico.
Il nuovo APU Hörmann è disponibile con una fotocellula integrata nella guarnizione più esterna, il cosiddetto optosensore, che in fase di chiusura garantisce l’arresto automatico del portone, in presenza di persone o oggetti sottostanti, rilasciando solo una determinata forza al momento dell'impatto, o addirittura evitandolo completamente, prima di ripartire verso l'alto.
L'optosensore può essere sostituito da una fotocellula che precede lo scorrimento, senza sovrapprezzo, che arresta il portone e ne inverte la marcia prima di incontrare persone oppure oggetti sul varco. Quest’ultima performance è offerta anche dall’evoluta barriera a raggi infrarossi integrata nel telaio e protetta dagli urti. Inoltre, grazie al rilevamento su vasta superficie dei raggi luminosi, la barriera consente velocità di scorrimento in chiusura del portone più elevate, che a loro volta impediscono grandi perdite di energia durante la manovra. L'impiego di fotocellule a scorrimento anticipato o barriere a raggi infrarossi ha inoltre il vantaggio di non richiedere un’importante manutenzione, per esempio la misurazione della forza impatto, e comporta quindi un risparmio di costi.
APU 67 Thermo è disponibile in 10 tonalità preferenziali e nei colori RAL e NCS, in molti colori metallizzati e nei colori British Standard.